L’ambientamento al nido

Il primo fondamentale passo che un genitore deve affrontare quando arriva al nido è l’ambientamento del proprio figlio, qui scattano paure, perplessità, sensi di colpa, ogni componente si mischia rischiando di far diventare difficoltoso un passo semplice e naturale.

Proprio per questo gli educatori sono preparati per accogliere in primo luogo il genitore, togliendogli dalle spalle tutto il bagaglio di preoccupazioni che si è caricato, preparandolo ad affrontare una delle esperienze più belle, quella di lasciare il proprio figlio verso un percorso di autonomia…

L’ambientamento al nido è uno dei momenti più delicati per la diade madre-bambino. L’inizio del nido segna, infatti, per il bambino il passaggio dalla sua vita da neonato a bambino.

Tradizionalmente nel nostro Paese questa fase di ambientamento è strutturata in un arco temporale di alcune settimane, in quanto prevede una familiarizzazione lenta e graduale del bambino con il nuovo ambiente e le nuove figure adulte di riferimento. Esiste un’altra metodologia, l’“ambientamento in tre giorni” o ” ambientamento partecipato”, praticata nei Paesi nordici, in particolare in Svezia, paese basato sulla cultura dell’indipendenza. Le resistenze nei confronti di questa pratica, riguardano le ormai radicate abitudini in questa fase iniziale al nido e sono connesse ai preconcetti culturali relativi all’attaccamento madre-bambino. Il tipo di inserimento, infatti, racconta l’approccio alla vita, come sostengono gli psicologi dell’età evolutiva. Pertanto l’ambientamento seguito in Italia è l’effetto di un modello educativo basato sulla non indipendenza.

L’ambientamento in 3 giorni si basa su alcuni principi base:

  1. Il bambino piccolo non ha il senso del tempo;
  2. Il genitore è guida;
  3. Il genitore conosce ed accetta l’ambiente.

Questi 3 principi rendono un genitore tranquillo, trasmettendo di conseguenza tranquillità al figlio.

Vi lascio un passaggio che riassume con disarmante semplicità tutto il percorso dell’ambientamento.

 

Che cosa si potrebbe aspettare un bambino entrando al nido?

Di non perdere di colpo la sua mamma,

di non essere subito toccato e preso in braccio da persone che non conosce,

di non essere ingannato, imbrogliato, di trovare stanze quiete, cantucci in cui nascondersi, adulti che non gridano,

di potersi guardare intorno in pace,

di poter stare anche da solo, di potersi avvicinare agli altri bambini con i suoi tempi,

di non essere spinto a fare , a mangiare, a dormire,

di trovare oggetti semplici per lui interessanti, alla sua altezza,

tanto da poterli prendere da solo,

di avvertire un “flusso” di simpatia dalla sua mamma all’Educatrice e viceversa,

di essere accolto tutte le mattine da un sorriso familiare.